Una voce dell’anima a Roma

Gloria Mendiola  – Ethnomusic APS MIGRAS.

Il nostro viaggio musicale prosegue conoscendo realtà umane, musicisti e magnifici personaggi che contribuiscono con la loro arte a fare di questa Italia un universo multietnico, pieno di sfumature e culture millenarie.

In questa tappa conosceremo la vita di un artista eclettico nordafricano. Il suo nome è Esharef Ali Mhagag e ci parla di Sé, della sua cultura, della sua musica. Il suo strumento è la voce. Il suo canto pieno di ritualità ci trasporta nelle atmosfere arabe, berbere e tuareg della Libia, il suo paese d’origine. Con una ricchezza immensa lascia spazio alla fantasia e si mescola nella scena con grande versatilità in qualsiasi contesto artistico con grande maestria, sensibilità e poesia, travolgenti.

G.: Esharef è un piacere averti ospite di questa nuova rubrica e conoscere un po’ della tua esperienza con la musica araba e mediterranea, genere che tu incarni ed esprimi con grande talento. Raccontaci come è stata la tua esperienza di emigrazione. Come sono stati i tuoi primi anni in Italia… Parlaci del tuo paese di provenienza.

E.: La Libia è un paese del nord Africa, una bella nazione, anche se è molto desertico, ha dei posti molto belli al livello naturalistico, ricco di giacimenti e minerali. Dal punto di vista della società è organizzato bene, ma purtroppo dal 2011 è in preda alla guerra civile, molto divisa. Sono arrivato in Italia nell’ottobre del 1985 all’età di quattordici anni. La mia esperienza da emigrante non è stata avventurosa, anche perché in quegli anni non c’era l’emergenza immigrazione. Qui in Italia sono stato accolto benissimo.

G.: Com’è nata la tua passione per la musica. Come si è evoluta in questi anni in Italia?

E.: Già all’età di sette anni ho iniziato a interessarmi della musica e delle vocalizzazioni attraverso l’ascolto alla radio, della musica sufi e la musica classica araba. Ho deciso di diventare musicista per passione. Lo sviluppo della mia percezione musicale inizia a diventare concreto quando ho scelto come matrice artistica le voci di due cantanti donne: la egiziana, Oum Kaltoum e la marocchina, Najat Attabou.
Al mio arrivo in Italia iniziai un lento ma significativo avvicinamento ad altri generi musicali quali il soul, R & B, reggae, rock, heavy metal. Tra le diverse sonorità ho fatto particolare attenzione alla chitarra elettrica con la quale ho iniziato un percorso di studio dei più grandi interpreti dell’epoca, tra i quali Jimmy Hendrix, Carlos Santana, Eric Clapton, ecc. La parte strumentale, ha assunto una grande rilevanza, la mia attenzione viene definitivamente concentrata su Carlos Santana. E per affinità artistica Joe Satriani e Steve Vai fino ai Pink Floyd. La mia crescita e ricerca musicale si evolve ulteriormente passando attraverso il jazz elettrico con Miles Davis e Pat Metheny.
Grazie a questo lungo percorso di condivisione musicale, agli inizi del 2000 arriva la svolta interpretativa per l’avvio della carriera artistica grazie al tunisino Dhafer Youssef, attraverso il quale ho compreso il significato dell’ispirazione metafisica e sconfinata del canto vocalizzato. Da qui in poi ho tracciato la mia precisa identità artistica attraverso le vocalizzazioni, accompagno le basi strumentali ispirate, sempre e comunque a melodie mediorientali e africane.

G.: Con base nella esperienza che ci stai raccontando, quali consideri che siano stati fino adesso, i punti di svolta della tua carriera ?

E.: Ho iniziato a esibirmi nel 1993 come corista fino al 2001. Poi c’è stata la svolta un anno dopo, con l’opportunità di sviluppare le mie idee creative con il canto, utilizzando la voce come uno strumento
grazie agli studi fatti e a l’ascolto dei diversi generi con i quali mi trovo molto a mio agio. Dal 2006 in poi, ho cominciato a collaborare con varie formazioni musicali.

G.: Raccontaci delle tue collaborazioni artistiche, dei tuoi progetti e delle tue attività.

E.: Attualmente ho progetti musicali diversi e affascinanti:
1- il primo con Andrea Apostoli Flautista e presidente dell’ AIGAM e con Ivano Fortuna, grandissimo percussionista eclettico, con loro suoniamo musica per un progetto chiamato “Adagio- concerti interculturali a corpo libero”.
2- Il secondo progetto collaboro con Andrea Esposito, suoniamo musica etno-fusion, siamo una formazione di cinque musicisti.
3.il terzo progetto è la costituzione di Gruppo di musica etno-araba con il quale suoniamo musiche provenienti dal Medio Oriente, dai Balcani e dalla Turchia. Con me ci sono quattro musicisti molto interessanti ma soprattutto cari amici:una ragazza suona l’oboe, un’altra l’ouud arabo, un altro le percussioni arabe e un altro la chitarra classica.

G.: Ritrovi qualcosa della tua cultura in questi incontri musicali?

E.: In questo ultimo gruppo che ho fondato, chiamato QIMAR, si molto. La cosa bella è che non sono della mia terra, ma loro mi accompagnano alla grande, quindi mi emozionano.

G.: Grazie Esharef, per la tua generosa disponibilità e averci permesso di conoscere qualcosa del tuo mondo. Vorrei che tante persone potessero avere il piacere ascoltarti, dove possiamo trovare nel web la tua musica e seguire il tuo percorso artistico?.

E.: Potete visitare il mio sito internet, dove trovate tutto per ascoltare e vedere. L’indirizzo è: http://www.esharef.com

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