Comunicato stampa – Dopo Parigi

centrointerculturale

Roma, 15/11/2015

Comitato per un Centro interculturale a Roma

Non dobbiamo aver paura. Non possiamo permettere che la chiusura, l’invocazione di controlli indiscriminati, l’accusa ai rifugiati siano la massima espressione di ciò che per noi significa l’Europa. Per questo non dobbiamo avere paura, e invece rispondere con più democrazia, più dialogo, più luoghi d’incontro: non possiamo rinunciare alla speranza.

Il Comitato per un Centro interculturale a Roma esprime il profondo cordoglio per il grande lutto di Parigi e della Francia, dell’Europa e del Mondo, ricordando le 129 persone, piene di vita fino a ieri, e tutte quelle morte finora per attacchi terroristici. Ci stringiamo attorno al dolore delle famiglie, degli amici, di tutti coloro che in questo momento  si sentono in difesa di una società che sa di essere altrettanto piena di vita.

L’attentato avvenuto è molto di più che un attentato terroristico. In un momento in cui l’Europa attraversa una crisi di identità, c’è chi è alla ricerca di punti fermi, e magari li trova nell’ISIS. La religione c’entra poco o niente: basta ricordare che la maggior parte delle vittime del terrorismo nel mondo sono di fede musulmana.

Non ha mai avuto ragione chi parla dello scontro di civiltà. Casomai, ha ragione chi pensa che fondare una civiltà sia superare la vendetta. Dobbiamo prendere coscienza di chi siamo, di quanto siamo fragili ed interconnessi, e che dobbiamo capire. Capire quali sono le ragioni: non possiamo chiudere i teatri del mondo perché qualcuno arriverà a farsi esplodere. Per questo abbiamo deciso di unirci, dopo petizioni, incontri tra centinaia di attori sociali, in un comitato che avesse come obiettivo la realizzazione di un luogo d’incontro, di confronto, di vita.

Dobbiamo confidare in questo momento nella capacità dei governi, della società civile, delle energie più belle, di avere una strategia che possa contrastare questo terrorismo in franchising attraverso la risoluzione dei conflitti che sconvolgono l’equilibrio geopolitico del mondo.

Pensare il contrario, sarebbe destituire il sogno europeo, regalarlo allo sciacallaggio. Il silenzio, in questo momento, serve per raccogliere le proprie idee, per farle decantare.

Siamo vicini a tutti voi. A tutti noi.

Il Portavoce del Comitato

Ahmad Hejaz